
Il periodo che va dal 1918 al 1940 rappresenta per l’Italia un crocevia di profondi cambiamenti, anche nel campo della musica. La nascita della radio, che divenne il mezzo principale di propaganda fascista, non solo diffuse la voce del regime, ma aprì anche le porte alla musica nelle case degli italiani, trasformandola in un “affare” collettivo, un qualcosa che apparteneva a tutti. Ma proprio in questo scenario si compì una delle rivoluzioni più affascinanti della storia musicale del Novecento: se da un lato la musica ufficiale ricalcava i sentimenti patriottici e le note lacrimevoli che il regime imponeva, dall’altro, sotto il riflesso delle onde radio, fioriva una musica d’oltreoceano, brillante, ironica, e liberatoria.
Nel cuore di questo panorama, lo swing e il jazz si insinuano come nuove forme di espressione. Si tratta di suoni che, seppur nati lontano, entrarono prepotentemente nella realtà italiana, creando una frattura con la tradizione e andando a comporre un capitolo musicale che non apparteneva alle direttive dittatoriali. Questo è il contesto storico in cui Mario Incudine ci invita a immergerci con il suo spettacolo “Parlami d’Amore – Quando la radio cantava la vita”.
Mario Incudine sarà accompagnato da Antonio Vasta al pianoforte e fisarmonica. In questo viaggio musicale, si intrecciano ricordi, aneddoti, tenderness e ironia che ci raccontano il nostro passato. Pino Strabioli, regista sensibile al teatro canzone, accompagna Incudine in questo percorso di riscoperta. Lo spettacolo non è solo una celebrazione della canzone d’autore di quegli anni, ma anche un omaggio a un repertorio dimenticato, che attraverso melodie e testi straordinariamente moderni, ci restituisce un’Italia che cambiava.
La musica italiana di quegli anni diventa lo specchio di una nazione in pieno fermento: se da un lato, l’Italia canticchiava la famosa canzone “Giovinezza” — simbolo di un nazionalismo in voga — dall’altro, pochi anni più tardi, un nuovo canto, “Bella Ciao”, avremmo visto alzarsi come simbolo di lotta e di resistenza. Mario Incudine e il suo spettacolo ci conducono, quindi, in un viaggio che non solo esplora la musica degli anni ’20 e ’30, ma anche la sua funzione sociale e storica. Come la musica riesce a raccontare una storia patria fatta di speranze, tensioni e battaglie.
Con una verve istrionica che non lascia mai indifferenti, Mario Incudine interpreta con passione e maestria un repertorio musicale che attraversa il secolo scorso, portandoci alla riscoperta di canzoni che ancora oggi conservano una straordinaria forza evocativa. La produzione musicale di quegli anni non è solo un prodotto del suo tempo, ma un vero e proprio testo vivente, da riscoprire, ascoltare e incorniciare. Con Pino Ricosta al suono e Paolo Previti alle scene, lo spettacolo diventa una performance che non solo intrattiene, ma soprattutto invita a riflettere su quel materiale musicale che è stato travolto dal tempo, ma che oggi più che mai merita di essere riportato alla luce.
La capacità di Mario Incudine di restituire la bellezza e la modernità di queste canzoni ci offre una visione più profonda di una storia musicale che va ben oltre il semplice intrattenimento. Il teatro canzone diventa così il veicolo attraverso cui raccontare la storia di un’Italia che cambia, di una cultura che si evolve, e di una musica che, come il miglior dei testimoni, racconta senza parole quello che sarebbe altrimenti dimenticato.
Questi alcuni degli appuntamenti:
– Catania dal 14 al 19 gennaio Teatro Vitaliano Brancati
– Siracusa dal 23 al 26 gennaio Teatro Massimo Città di Siracusa
– Montalbano Elicona 8 febbraio Teatro Domenico Popolo
– Enna 20 febbraio Teatro Francesco Paolo Neglia
– Palermo 21-22-23 febbraio Teatro Apparte
– Partinico 9 marzo Teatro Lucia Gianì
– Avola 14 marzoTeatro Garibaldi Avola
– Alcamo 28 marzo Piccolo Teatro Alcamo
PARLAMI D’AMORE Quando la radio cantava la vita
di Costanza DiQuattro
regia Pino Strabioli
con Antonio Vasta al pianoforte e fisarmonica
produzione Centro Teatrale Bresciano
in collaborazione con ASC Production, Teatro Donnafugata